La Dieta Mediterranea per la prevenzione del tumore al pancreas

La Dieta Mediterranea per la prevenzione del tumore al pancreas

La Dieta Mediterranea per la prevenzione del tumore al pancreas

Il tumore al pancreas è uno dei tumori con il più alto tasso di mortalità e purtroppo negli ultimi anni la sua incidenza è aumentata nel nostro paese. I dati più recenti hanno certificato un incremento dei casi addirittura del 59 per cento: le nuove diagnosi annue nel 2002 erano 8.602, nel 2017 sono state circa 13.700. I tre principali fattori di rischio, comuni a tantissime altre malattie, sono fumo, obesità e sedentarietà.

Alcune ricerche hanno dimostrato una relazione tra i chili in eccesso e il tumore al pancreas, arrivando a stabilire come l’obesità aumenti del 12% il rischio di contrarre questa malattia.

Allo stesso tempo è stato dimostrato come la Dieta Mediterranea possa aiutare nella prevenzione.

In primo luogo si è notato come questa neoplasia colpisca molto di più i residenti del nord Italia rispetto a quelli del sud, per una statistica che parla di meno 25% tra gli uomini e meno 28% tra le donne. Un dato che è stato spiegato soprattutto dalle differenti abitudini alimentari tra le due aree geografiche del paese. Il maggiore consumo di frutta e verdura fresche, tipico della dieta mediterranea ancora molto diffusa nel Meridione, protegge infatti dal rischio d’insorgenza anche di questo tipo di tumore.

Ovviamente anche la pancreatite cronica, uno stato d’infiammazione permanente causato molto spesso da un consumo cronico di alcol, è uno dei fattori principali dell’insorgere del tumore.

«È fondamentale migliorare il livello di consapevolezza dei cittadini e delle istituzioni su questa neoplasia e sull’importanza degli stili di vita sani – ha spiegato in una recente intervista al Corriere della Sera Fabrizio Nicolis, presidente della Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) – In tutto il mondo i nuovi casi sono più che raddoppiati in un decennio. Fumo, obesità e sedentarietà rappresentano i principali fattori di rischio. Questi dati ci spingono a impegnarci di più sia sul fronte della prevenzione che della ricerca».